Strumenti del mondo

In questa sezione trovi una playlist composta da 70 brani, suddivisi per continente.

Puoi usare queste risorse per il ripasso e il consolidamento delle nozioni acquisite.

Siamo abituati a guardare al mondo dalla prospettiva occidentale, ma non dobbiamo dimenticare che la nostra non è l’unica civiltà musicale esistente! Esistono infatti culture musicali estremamente avanzate e particolari, che si basano su principi, regole e strumenti completamente diversi dai nostri, ma altrettanto validi e ricchi di storia e carattere: per raccogliere la varietà di queste tradizioni si usa il termine musica etnica.


Ogni popolo ha una musica caratteristica, che possiede il proprio linguaggio, le proprie forme e i propri strumenti: in questa playlist potrai fare un vero e proprio viaggio intorno al mondo, conoscendo nuovi suoni e lasciandoti coinvolgere da ritmi mai uditi prima.

  • L’Italiaha una tradizione musicale particolarmente ricca e varia, conservata e diffusa anche grazie al lavoro di salvaguardia compiuto dalle associazioni culturali; tra i tantissimi strumenti ricordiamo le launeddas sarde, il friscalettu e il marranzanu siciliani, la chitarra battente calabrese, il triccheballacche e il putipù campani, l’ocarina emiliana, l’organetto abruzzese;
  • L’intera Europaha una simile ricchezza di tradizione musicale e strumenti: troviamo la chitarra flamenco e le nacchere in Spagna, l’arpa celtica e il whistle in Irlanda e Scozia, il cimbalom in Ungheria, la balalaika in Russia, il duduk in Armenia (definito da alcuni “la voce di Dio”);
  • Nell’area della Turchiatroviamo una forte influenza araba e strumenti dal suono inusuale per un orecchio abituato alla musica occidentale: l’accordatura, i ritmi e le melodie sono diversi dai nostri, ma non meno affascinanti; tra gli strumenti possiamo ricordare il baglama, il rebab e il mizmar;
  • Il vicino Oriente (Siria, Libano, Penisola araba) risente della cultura araba: il suono e il ritmo di strumenti come il darbuka e il santur sono suggestivi e quasi ipnotici;
  • L’India brilla per la presenza di uno strumento a corde molto particolare, dal suono incredibilmente riconoscibile: si tratta del sitar, che è molto comune udire nelle colonne sonore dei film e dei documentari ambientati in India;
  • L’estremo Oriente ha sonorità e strumenti vari e particolarissimi: il litofono in Vietnam (formato da lastre di pietra che risuonano), flauti e tamburi in Cina, lo shakuhachi e il koto in Giappone, le orchestre Gamelan in Indonesia;
  • In Nordafrica(Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto) è molto forte la tradizione araba, mentre nelle zone meridionali la cultura è più “africana”: ricordiamo l’antichissima kora, un’arpa utilizzata dai Goriot, poeti-cantori che avevano il compito di conservare la memoria storica della propria comunità;
  • In Oceaniatroviamo invece il didjeridoo, uno strumento a fiato ricavato da un tronco cavo e suonato grazie alla tecnica della respirazione circolare o continua (che permette di continuare ad emettere un suono attraverso lo strumento anche mentre si inspira).
  • In Nord America troviamo strumenti della tradizione musicale dei Nativi americani, come flauti, flauti polifonici e tamburi sciamanici, che in passato erano utilizzati nei riti religiosi; non bisogna poi dimenticare il banjo, tipico della musica tradizionale statunitense;
  • Nell’America centro-meridionale troviamo alcuni strumenti che ormai sono entrati a fare parte dell’esperienza musicale comune: si tratta per esempio del flauto di Pan (già diffuso anche nell’Antica Grecia), della marimba e delle maracas; bisogna poi ricordare il caratteristico bandoneon, una specie di fisarmonica argentina munita solo dei bottoni.

Europa


In Europa  possiamo menzionale la chitarra flamenco e le nacchere in Spagna, l'arpa celtica e il whistle in Scozia e in Irlanda, il cimbalom in Ungheria e la balalaika in Russia, il meraviglioso duduk in Armenia, da alcuni definito “la voce di Dio”.

In area turca, ove è forte l'influenza della cultura araba, troviamo il baglama, il rebab, il mizmar: quando li ascolterai riconoscerai da subito l'appartenenza di questi strumenti ad una tradizione musicale diversa dalla nostra, per i ritmi, le melodie e l'accordatura degli strumenti.

Alcuni suoni ti sembreranno “stonati”, ma non lo sono affatto: appartengono ad una scala musicale diversa dalla nostra e, per questo motivo, potrebbero risultare al nostro orecchio non perfettamente intonati.

Asia


L'immenso continente asiatico contiene “aree” musicali tra loro molto diverse: i Paesi del vicino oriente (Siria, Libano, Penisola araba) risentono fortemente della cultura araba, nel gusto del suono, nei ritmi suggestivi e quasi ipnotici, negli strumenti musicali come il darbuka e il santur.


In India prevale, su tutti gli strumenti, il sitar, un cordofono molto complesso ma dal suono fortemente suggestivo e sempre presente nelle colonne sonore di film e documentari ambientati in India.

L'estremo oriente presenta strumenti particolarissimi:

  • il litofono vietnamita, formato da lastre di pietra sonore di diversa dimensione e pertanto in grado di produrre suoni di altezza diversa;
  • i flauti e tamburi cinesi;
  • lo shakuhachi e il koto giapponesi;
  • le meravigliose orchestre Gamelan dell'Indonesia, che tanto affascinarono compositori europei nella prima metà del Novecento.

Africa


In Africa troviamo l'area settentrionale del continente (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto) con la forte presenza della tradizione araba. In altre aree, più meridionali, possiamo invece apprezzare una tradizione musicale più tipicamente “africana”.

Tantissimi sono gli strumenti musicali africani, soprattutto a percussione. Su tutti la “kora”, una arpa utilizzata in passato dai Griot, poeti-cantori che avevano il compito importantissimo di conservare la memoria storica della comunità di appartenenza.

Erano infatti proprio i Griot che potevano accertare i confini tra tribù diverse, ricordare patti di amicizia o dichiarazioni politiche: una funzione, come si vede, che andava ben al di là della “professione” musicale.

Oceania


Nel continente oceanico troviamo il didjeridoo, uno strumento a fiato ricavano da un tronco cavo e riccamente decorato. Si suona con la tecnica della respirazione continua o circolare: l'esecutore è in grado di emettere un suono lunghissimo, senza doverlo interrompere per respirare.

La tecnica della respirazione continua – utilizzata anche dagli incantatori di serpenti indiani – consente per l'appunto di continuare ad emettere aria nello strumento mentre, contemporaneamente, si inspira altra aria. Il didjeriddo può essere talvolta anche percosso con le mani dall'esecutore mentre suona.

Nord America


Nell'America settentrionale troviamo il banjo, tipico strumento della musica tradizionale statunitense, oltre a strumenti appartenenti alla civiltà dei Nativi americani; flauti, flauti polifonici e tamburi sciamanici, in passato utilizzati nei rituali religiosi.

Centro e sud America


Nel continente americano centro-meridionale, dove si svilupparono le civiltà dei Maya, degli Aztechi e degli Incas, troviamo moltissimi strumenti, alcuni a noi quasi sconosciuti; altri, al contrario, importati e ormai presenti nella nostra esperienza musicale: è il caso della marimba o delle maracas o, anche, del flauto di Pan, già presente nella civiltà dell'Antica Grecia.

Da ricordare il bandoneon, simile alla fisarmonica ma munito di soli “bottoni”, interprete di primo piano della tradizione musicale argentina.